Mi chiamo Camilla, ho quasi 23 anni e credo di essere un chiaro esempio di cosa significhi vivere da sempre in un paese, ma sentirsi a tutti gli effetti un abitante di Collestrada. Il mio legame con questo luogo è soprattutto dovuto al fatto che i miei nonni materni e molti miei parenti vivono qui, ma il grande amore che nutro esso sicuramente me l’ha trasmesso mia madre, che qui è nata e che mi ha raccontato numerosi episodi della sua infanzia trascorsa in questo posto.
La mia vera esperienza a Collestrada, invece, inizia all’incrocio di via Maristella con strada Ospedalone S. Francesco, perché proprio lì dove ora c’è un grande palazzo, prima c’era una piccola scuola materna. Tanti sono i ricordi legati ad essa! La mattina, visto che i miei genitori dovevano andare al lavoro, mi accompagnavano i nonni paterni ed io sul sedile posteriore del 112 auotobianchi non vedevo l’ora di arrivare. Appena si entrava a scuola, sulla destra, c’era un aula con tanti piccoli tavoli su cui disegnavamo e in fondo alla stanza c’era una grande cassettiera; ognuno di noi aveva un cassetto contrassegnato da un simbolo: il mio era l’uva. Dall’altra parte c’era un’altra stanza, grande, dove noi giocavamo e imparavamo ad usare i primi strumenti musicali. Poi in fondo ad un lungo corridoio si trovava la sala da pranzo. È impossibile dimenticare l’estati passate a giocare nel giardino fuori, le recite, le gite, ma soprattutto le figure simbolo di quella scuola: le maestre Franca e Bruna e le bidelle Peppina e Rita.
Un pezzetto del mio cuore sicuramente lo occupa la chiesa di Collestrada, che ho sempre frequentato fin da bambina. Ancora mi ricordo che, durante la restaurazione della chiesa, era appena finita la messa nella chiesina adiacente quando don Ugo disse a me e a i miei genitori di andare a vedere i lavori; non erano ancora terminati, ma già si intravedeva come sarebbe venuta la nuova chiesa.
Ma il periodo che più di tutti preferisco è quello della “Festa della Madonna Assunta”, a cui è dedicata la nostra chiesa. Ogni volta che guardo verso il camino di casa mia vedo la foto di mio nonno, il padre di mio padre, che ci ha lasciati poco tempo fa, che mi tiene stretta, mentre io ho un delizioso vestitino pronta per andare alla processione della festa del ’90. Quante estati passate a preparare festoni insieme alle mie cugine e alla nonna! E poi l’ansia e l’attesa della festa, la processione e le scenette lungo il percorso. E infine la musica al castello, gli spettacoli del teatro e i fuochi d’artificio.
Di ricordi legati a Collestrada ne ho davvero tanti, ma questi sono quelli a cui tengo in maniera particolare e che porterò sempre con me.